MARVELIT presents:

 

 

PETER PARKER, L'UOMO RAGNO 65

 

Prove generali di (un) Crossover

 

un fill-in di Mickey

New York, Greenwich Village.

Strange Palace.

 

Scott Summers era evidentemente reduce da una giornata turbolenta. Burton Kemp se ne era reso conto non appena l'aveva visto varcare la soglia, con lo sguardo verso il pavimento e una mano a scompigliare la chioma castana. E ne aveva avuto la conferma alla prima ordinazione di un White Lady, a cui era seguito un bis e un pericoloso Bloody Mary.

- Mi dispiace, signore, ma ho già sgarrato facendole mischiare due cocktail diversi, sgarro che ho fatto perché mi sembra una brava persona piuttosto bisognosa di distrarsi dai propri problemi. Tuttavia la direzione, che detto per inciso sarei io, mi vieta di servirle un quarto alcolico - fece spallucce il barman, alla richiesta di un altro bicchiere.

Il mutante socchiuse le palpebre, come a voler fulminare con lo sguardo il gestore, il quale, dopo essere rimasto colpito dalla profondità e dall'intensità di quegli occhi, alzò le mani per istinto, per fermarlo, quando intravide strani riflessi cremisi.

- Signore, non mi metta in difficoltà... Le regole sono regole, e le ricordo che non si possono usare i propri poteri per minacciare gli altri avventori o il personal---

L'uomo dovette interrompersi quando, con un volteggio circense, qualcuno atterrò sul bancone, tra i due interlocutori, esordendo con un:

- Buonaseeeera!

- Uomo Ragno! - lo salutò Kemp, con un tono da rimprovero - Da dove sei calato?

- Dalla finestra, no? - indicò, con l'innocenza di un bambino.

- Se hai fatto danni al banco con questa entrata da spaccone...

- Ehi, per chi mi hai preso, per il Fenomeno?! Sono un fuscello, io! - rimarcò, strofinando i palmi delle mani sui fianchi per evidenziare le sue statuarie misure.

- Ahem - si schiarì la gola Scott Summers, alle sue spalle.

- Oh, Ciclope, ri-salve a te - bisbigliò con finta discrezione l'Arrampicamuri - proprio tu mi hai attirato. Ma che diavolo ci fai qui?

- Saranno fatti miei?

All'erezione di quel muro comunicativo, Peter Parker rimase appollaiato così come era atterrato. Con un guizzo di ragnatela, avvicinò una copia del Marvel Bullpen, a qualche metro di distanza e iniziò a fingere di sfogliarla, tutti immersi in una imbarazzante atmosfera.

Non resistette più di trenta secondi.

- Ma da quando vai in giro senza quegli occhiali da sole fuori moda?

- Siediti, Spidey - alzò gli occhi al cielo il leader degli X-men.

- Ma grazie... - rispose, accomodandosi con un balzo sullo sgabello accanto - Allora?

- E' una lunga storia, in realtà.

- Non ho granché da fare, e tu?

- Può lasciarci soli qualche minuto? - chiese Ciclope al barman, che alzando le braccia in segno di resa si fiondò a pulire bicchieri all'altro capo del bancone.

- Be'? Dimmi tutto. Sono sessanta dollari l'ora.

- Non so come spiegarlo. Io... mi sono fuso con Apocalisse, non so se ce l'hai presente.

- Non abbastanza, per mia fortuna. Che gusti, fratello! Avrete usato le protezioni, spero.

- Fingo di non sentirti. Insomma, ne sono uscito

- E, a parte quella dolenzia tra le chiappe, non dovresti sentirti bene ora?

- Sì, è bello poter vedere il mondo nei suoi veri colori. E anche poter camminare: hai visto cos'è successo a Genosha?

- Sì, in tv non passavano altro. Un bel macello. Sembra che sia finito tutto bene.

- Relativamente. Sono successi altri casini. Per esempio, dopo la battaglia contro la Confraternita di Magneto, sono rimasto gravemente ferito e sono stato anche sulla sedia a rotelle per un po'.

L'Uomo Ragno sollevò il collo e, pur nascosti dietro la maschera, puntò gli occhi verso la cima della testa di Ciclope.

- Non stai spelando.

- Eh?

- No, dico... visto che vuoi fare il leader degli X-men, sei stato sulla sedia a rotelle... pensavo volessi emulare in tutto e per tutto Charles.

- Charles...

Scott Summers sorrise amaramente, pensando al suo mentore più morto che vivo.

- ... però? Il mio sesto senso pizzica.

- Problemi con Jean.

- Ah, le rosse, che gran grattacapi che sono.

- Hai esperienza?

Peter Parker gli si avvicinò e abbassò la voce in segno di discrezione:

- Mia moglie è una rossa.

- Ah! - esclamò bisbigliando il mutante.

- Accidenti se hai bevuto, fratello, si sente anche attraverso la maschera!

- Scusa.

- Non ti facevo tipo da bere.

- Infatti, ero praticamente astemio prima di oggi.

- Che?! Allora congratulazioni, abbiamo scoperto la tua mutazione secondaria: enzimi epatici mutanti.

- Stupido...

- Neanche mia zia si sentiva più a suo agio a usare quel termine, sai? Ad ogni modo... problemi con Fenice... o Marvel Girl, come si chiama ultimamente?

- Non tocchiamo questo tasto. Tra l'altro aspettiamo una figlia. Hai esperienza anche di questo?

- Sì - espirò Testa di Tela - Una meravigliosa bambina di quasi tre anni.

- Hai avuto problemi con lei?

- Mi hanno fatto credere che fosse morta durante il parto e l'ho riavuta dopo un anno. Ma a parte questo tutto a posto.

Sudore freddo colò dalle tempie di Ciclope.

- Chiederesti un altro cocktail per me?

- No, no, fermo! So che noi del giro abbiamo un po' di problemi coi bambini... diciamo che siamo un po' sfigati... ma se la sera nel letto pensi alla tua famiglia e ti ripeti "E' tutto a posto" fino ad addormentarti, eviti di chiamarti la jella perlomeno.

- Grazie del consiglio.

- Ringrazia Strange. Mi fa piacere che ti stai rilassando, anche se con l'aiuto dell'alcol. Non prendertela con me, ma nel nostro... circolo... hai un po' la fama di bacchettone. E' strano vederti brillo.

- Immagino.

- Anch'io sono come te nella vita normale, sai? Non ti biasimo mica. Però ho la mia valvola di sfogo - spiegò, tirando un lembo di maschera dalla guancia.

- E' questo il dramma di mutanti come me. Niente maschere, niente doppia vita. Ma almeno non soffro di personalità multipla come te - disse con un altro sorriso, adombrato però da apocalittici ricordi - Ma abbiamo parlato fin troppo di me. A te come va, per il resto? Come mai da queste parti?

- Dovevo fare due chiacchiere col proprietario, lo conosci?

- Non proprio.

- Fa nulla. Comunque io e Devil stiamo cercando nuove leve per pattugliare la città. Sai, noi eroi urbani siamo un po' scarsi come numero.

- E non solo come numero.

- Geeesù, Ciclope ha fatto una battuta!

- Smettila. Comunque, in realtà, anch'io ero venuto per motivi simili.

- Sì, diciamo tutti così - intervenne con sarcasmo, che il destinatario decise di dribblare con indifferenza.

- Abbiamo sentito parlare di questo posto ed era d'obbligo venire a dare un'occhiata, magari c'è qualche giovane mutante che vuole frequentare l'Istituto.

- Giusto, anche se considerando quello che servono qui, e le leggi vigenti nella nostra gloriosa e liberale nazione, puoi solo trovare qualche studente lavoratore per i corsi serali.

- Già.

- Quindi possiamo giocare a chi recluta più gente. Fico.

- Non gioco.

- Ah, e io che pensavo che ti stessi togliendo quel manico di scopa da su per il---

Di scatto, il Tessiragnatele si guardò intorno come una gazzella che ha sentito avvicinarsi un leone.

- Che succede?

-  Qualcosa...

A conferma delle sue parole, un lampo di luce alle loro spalle.

- Ehi, è maleducazione teleportarsi in questo locale! - lamentò il barman.

- Scusate - disse stordito Axel Asher, alias...

- Access?! Oh cielo... sta per tornarmi il più grande mal di testa della storia! - lamentò il Ragno, appoggiando la fronte sulla mano.

- Access? Il tramite tra i multiversi? Ne ho sentito parlare da Wolverine. Ma se conosci Logan, sai quanto parla in genere, e in particolare con me.

- Quindi non ne sai un accidente.

- Bravo. Ma è quel macello con l'altro universo, no...? Lo scontro tra campioni, la pioggia di sangue...?

- Esatto, ma non solo - si intromise il guardiano dei multiversi gemelli, porgendogli la mano - E' un onore, Ciclope.

- Piacere mio, Access - ricambiò il gesto Summers, usando il sedile rotante dello sgabello del bar per girarsi in sua direzione.

- Salve, Uomo Ragno.

- Qual buon vento, menagramo?

- Io... credo di aver sbagliato posto.

- Non so se è la migliore notizia del mese o la peggiore del decennio.

- Io cercavo un posto dove fossero radunati i più grandi eroi... ho avvertito la vostra presenza e...

- Il discorso inizia a piacermi... - commentò l'Uomo Ragno, picchiettando con il gomito il collega degli X-men.

- Ma non è ciò che cercavo.

- Capisco che il mio fascino sia irresistibile, ma rivolgersi ai Vendicatori no, eh?

- Hai ragione. Ultimamente viaggiare tra i multiversi manda un po' in confusione il mio senso dell'orientamento...

- Che eufemismo!

- Forse è una questione di tempo. Forse in futuro qui pullulerà di grandi eroi.

- Davvero?! - spalancò la bocca Burton Kemp, evidentemente intento a origliare.

Lo ignorarono tutti.

- Perché cercavi grandi eroi... ahem... come noi? - domandò Parker, fingendo di fingere modestia.

- Non ho esattamente il tuo senso del pericolo, Spidey, ma ho qualcosa del genere. Avete presente il multiverso gemello di questo, no?

- Sì, ne parlavamo giusto qualche minuto fa, mentre tu attendevi, paziente, che la smettessimo di fare gossip su di te e che ti calcolassimo.

- Sei più spiritoso di quel che ricordassi. Be', comunque, da quelle parti ci sono state un paio di grosse crisi che mi hanno dato dei mal di testa lancinanti, per non dire di peggio. Ma stavo male da prima che succedessero.

- Ho paura a chiederti di continuare...

- E' che non mi sento molto bene adesso, quando sono in questo multiverso, e in questo universo.

- Ma perché non tengo mai la bocca chiusa? - si chiese l'Uomo Ragno, tra sé e sé.
Ciclope non perse l'occasione di fargli eco:

- Inizio a chiedermelo anch'io... Access, vediamo se ho capito: il tuo senso del pericolo cosmico ti dice che sta per avvenire una crisi su scala universale e volevi avvisarci?

- Sì, Ciclope. Niente di grave come è avvenuto dai vostri vicini, ma roba tra diversi universi di sicuro, altrimenti non avvertirei certi sommovimenti.

- E io che volevo prendermi una vacanza. Però non sai dirci niente di più, eh?

- No, mi dispiace, Ragno. Se la Coscienza Cosmica si vendesse come una forma di formaggio, me ne comprerei una fetta e ti darei la risposta, ma sono l'ultima ruota del carro dei vigilanti cosmici. Anche se risparmio sulla metro.

- Stai imparando, ragazzo - alzò il pollice l'Arrampicamuri - E che si fa ora?

- Un cicchetto?

- Scott...

- Cosa possiamo fare noi? Per queste cose ci sono i Vendicatori, i Fantastici Quattro, WorldWatch, i Guardiani dell'Infinito, i Protettori dell'Universo, le Lanterne----

- Non infrangere le norme tra multiversi nominandole - lo fermò Access.

- Hai dimenticato i Vendicatori dei Grandi Laghi. Comunque hai ragione. Ho salvato l'universo un paio di volte, ma è stata la fortuna dei principianti. Burt...? Una lager per tre.

Il barman alzò gli occhi al cielo e si chinò per prendere tre bottiglie di birra dal frigo.

- Ok, non mi prendete sul serio... ma facciamo un brindisi al falso allarme? - propose Access, dando una pacca sulle spalle dei due supereroi.

Non ebbe risposta perché un doppio lampo esplose da entrambi, facendo cadere per terra le bottiglie dalle mani di uno spaventato Burt Kemp.

 

Il ragazzo più diligente della classe. Con una discreta chioma di un discreto castano. Poche femmine, nonostante le possibilità. Un potere vissuto come una maledizione. Un debole per le rosse. La donna amata, morta e tornata più di una volta. Non veder crescere il sangue del proprio sangue. Condividere il corpo con il proprio peggior nemico. Voler esser sanguigno e spregiudicato come Wolverine.

Questo è....

 

- Spiderclops! - si annuncia la strana creatura. Un irriconoscibile ragazzo castano, con la divisa che avrebbe avuto l'Uomo Ragno se fosse stato un membro degli X-men. Stordito, non fa che rimirarsi.

- Per Eternità, che cavolo ho combinato?! - arretra Access, con le mani tra i capelli.

- Era... era quello che volevo chiederti... - risponde il barista, battendo i denti.

- Io... ho il potere di amalgamare ... ma non dovrebbe funzionare nello stesso multiverso... e non dovrebbe succedere senza che io lo voglia... ho bisogno di una vacanza - sentenzia Access, prima di prendere un respiro profondo, rimboccarsi le maniche e...

Un nuovo lampo di luce.

L'Uomo Ragno e Ciclope sono di nuovo vivi e vegeti.

E un po' confusi.

- Access... era... era uno scherzo per Halloween? - cerca di ironizzare il Tessiragnatele, nel contemporaneo tentativo di mantenersi in piedi.

- Ragazzi, scusate, scusate... è meglio che mi rifugi nella Zona Fantasma per un po', finché non mi stabilizzo.

- Non so di cosa parli, ma suona bene... e appropriata. Addio, Access - lo caccia l'intontito mutante, nel modo più delicato che è riuscito a escogitare.

- Ciao, ragazzi. E scusate ancora. E ricordate quello che vi ho detto! - si congeda, in un rumoroso flash che copre le ultime parole.

L'X-man fruga nelle tasche, lascia sul bancone il conto e la mancia e, facendo solo un cenno, saluta Burton Kemp, portandosi a spalla il collega.

 

- Bello scherzo, eh? - rompe il silenzio l'Uomo Ragno, passeggiando come se niente fosse.

- Puoi dirlo forte, Peter - sottolinea Scott Summers. Ormai la sua identità segreta è la cosa più banale che conosca riguardo l'altro - Mi dispiace. Per tutto. Però è stato più piacevole che con Apocalisse.

- Anche a me dispiace, per tutto quello che hai passato. Che hai patito. Per la bambina. E' una gara fra chi è più sfigato.

Ciclope ammutolisce, appoggiandosi a un muro e reclinando la testa.

- Scott, come ormai saprai... io non ho molti amici. Ho problemi con le persone comuni, in genere muoiono o cambiano e tentano di distruggermi la vita. Ho la Torcia Umana, qualche mese fa mi sono confidato con lui, ma... siamo troppo diversi, abbiamo solo l'età in comune. Avrei Devil, ma... è più grande di me e ha un altro migliore amico. Tu, perlomeno, insomma... abbiamo un mare di cose in comune e... per colpa di Access, non abbiamo più segreti l'uno per l'altro, e....

- Non farmi una domanda che potrebbe bollarti come un bambino delle elementari... - sorride Summers.

- Ok, ma hai capito?

- Sì, Peter, anche a me farebbe piacere sentirsi e vedersi qualche volta, per parlare e bere qualcosa. Riesci a farmi sorridere.

- Ne sono contento. Senti, ma che voleva Access alla fin fine?

- Non chiedermelo, ho la testa piena del film della tua vita e non c'è spazio per altro.

- Idem... vabbe', che dici, andiamo a nanna? May mi aspetta.

- Corri.

- Ok. Vedrai che anche tu avrai la tua piccola Sara ad aspettarti.

- Grazie di tutto, signor Parker.

- Grazie a lei, signor Summers! Alla prossima!

Ciclope si volta e solleva una mano in segno di saluto.

L'Uomo Ragno salta, si attacca alla parete del palazzo e inizia a scalarla.

Sarà nata una vera amicizia, ma un prezioso avvertimento è andato perso...

 

Note

Dieci anni fa io e altri pazzoidi fondammo Marvel IT. Una vita fa. Io non potei che iniziare a dedicarmi da subito a Spider-man, il mio personaggio preferito di ogni medium, a cui sono legato come se fosse vivo. Anche se non ci frequentiamo come prima. Per l'occasione di questo anniversario, ho colto l'offerta di rimettermi alla tastiera per festeggiare e ho colto l'occasione per mettere sotto i riflettori un altro personaggio che mi sta a cuore, spesso vituperato e sottovalutato, quale Scott Summers. Gli avvenimenti a cui si fa riferimento attraversano tutto l'arco della storia del nostro piccolo universo, fino addirittura oltre le storie pubblicate.

Potrebbe essere ridondante ricordarlo ma Access è il personaggio condiviso tra la Marvel Comics e la DC, il guardiano e tramite tra i due multiversi, che ha esordito nella simpatica e storica saga Marvel vs DC e che è apparso essenzialmente nei suoi pochi seguiti, compreso l'universo Amalgam, con la commistione dei personaggi delle due case editrici, qui omaggiato con Spiderclops, idea di Yuri Lucia.

Ringrazio Fabio Furlanetto per l'incentivo a tornare a scrivere, Mr. T per il prestito di Ciclope e, soprattutto, il succitato Yuri che ha preso con originalità il mio testimone anni fa e che me lo ha temporaneamente reso.

Rimanete sintonizzati per il grande crossover del decennale!